Sono nato e vivo in provincia di Salerno da un bel po’ di anni, ereditando questo nome insolito da mio nonno. Nel 2015, il desiderio
e, soprattutto, la necessità di scrivere ciò che mi agitava l’animo, si sono concretizzati nel romanzo d’esordio, “Il grande salto”. È stata una bella esperienza fatta di tante scoperte, tanto lavorìo interiore e, soprattutto, tante cene nelle varie città in cui è stato presentato il libro (Cava de’ Tirreni, Salerno, Potenza, Cosenza, Bisceglie, per citarne qualcuna). Quest’esperienza con la scrittura è stata una sorta di apertura di una diga al flusso imponente di tante riflessioni che avevo sedimentato in me. Da quel romanzo in poi ho iniziato a prestare costantemente ascolto al desiderio di scrivere e comporre.
Sapevo, a prescindere dai risultati, che potevo aprire una finestra sul mio mondo interiore e le sue vicissitudini condividendolo con coloro che hanno una qualche risonanza con ciò che mi interessa davvero e che cerco di portare fuori – non so quanto degnamente – attraverso la scrittura e la musica.
Dopo “Il grande salto”, complice un salto vero dalla bici e il
conseguente tempo libero disponibile durante la convalescenza, ho
riabbracciato una vecchia chitarra acustica Eko ed ho iniziato, per
gioco, a cimentarmi con la scrittura di brani musicali. Poi, una cara
amica che apprezzava i brani che strimpellavo in spiaggia, mi ha
regalato la produzione di un brano. Da lì è iniziato questo nuovo
viaggio. Insomma, eventualmente, prendetevela con lei.
In seguito, ho ripreso lo studio della chitarra – sempre in modo
incostante e naif – e ho partecipato a vari laboratori di scrittura e
composizione con Francesco Di Bella (frontman dei 24Grana) e Dario
Sansone (frontman dei Foja). A loro devo molto per lo stimolo alle
attività di scrittura e composizione durante i laboratori: dovendo fare
i “compiti per casa”, son riuscito a porre un argine, seppur
temporaneo, alla mia incostanza e pigrizia.
Ad una veneranda età in cui la maggior parte delle persone inizia a
pensare ai fondi pensione, ho avuto l’ardire o l’incoscienza di formare
una band e ho iniziato ad esibirmi suonando i miei brani in qualche
locale della mia regione. Poi è stata la volta dei contest e dei festival di artisti emergenti (Fiat Music, Tour Music Fest, Broken Stone
Festival, Camera d’Autore, GallinaRock, Aquara Music Fest, Distrarte
Festival, PromuovilatuaMusica, Whynotcontest, Premio Pigro,
Humanity Music Festival).
Nel 2019 ho pubblicato il mio primo EP, “Sacra nostalgia”. Nel 2021
ho partecipato a “Rompiamo il Silenzio”, un progetto che ha riunito,
in una compilation, 18 artisti campani per incentivare la ripartenza
della musica dal vivo e nello stesso anno ho pubblicato il cd “Radice”,
un album di otto tracce in vernacolare relative a brani che avevo
suonato in un duo acustico dal vivo. Poi è arrivato “Mente che
mente”.
“Mente che mente” è il nome di questo progetto di 6 brani nati in
questi ultimi 2 anni densi di accadimenti, oltre ad essere anche la title track del progetto.
"Mente che mente" rappresenta – almeno queste erano le mie
intenzioni – una critica serrata alle omologazioni del pensiero e delle
nostre esistenze in cui siamo, chi più chi meno, vittime e complici di
un sistema deviato la cui roccaforte più importante è proprio la
nostra mente. Essa, spesso, funziona in modo meccanico – così come
avviene anche per le nostre emozioni – cosicché, da strumento a
nostro servizio, è diventata una nostra acerrima nemica-padrona.
Dentro questo progetto è confluita la mia esperienza di ricerca
interiore di una possibile VIA d’uscita dal dedalo di questo manicomio
che chiamiamo vita.
Sono state scelte, rispetto ai precedenti progetti, sonorità meno
tradizionali. C'è una sorta di affrancamento dal mondo rock da cui
provengo, non per rinnegarlo ma semplicemente per esplorare una
dimensione diversa da quanto sinora ho ascoltato e suonato. È stato
questo il modo per uscire, musicalmente parlando, dal conosciuto,
dalla zona confort, dalla routine della mente, sperando di aver
salvaguardato, comunque, l'autenticità di quello che volevo
comunicare.
Altre tracce contenute nel progetto, sono "Amy", un brano che fa
quasi da apripista ai suoni, molto più potenti, degli altri brani. In Amy c'è il richiamo costante a smascherare le nostre zone d'ombra e a
ricercare la nostra autenticità, il Senso del nostro stare al mondo. Vi
è la rivendicazione di questa autenticità – che passa attraverso le
scelte di una donna, Amy (la stessa Amy che portiamo in qualche
meandro dentro di noi) – nonostante essa sia ostacolata
quotidianamente dalla realtà. Insomma – ed è questo il desiderio che
mi muove e, se vogliamo, il leitmotiv del mio percorso artistico o
pseudo tale – c’è la costante necessità di stanare il “sonno” della
nostra coscienza, sonno che rappresenta il maggior ostacolo alla
nostra realizzazione intesa come attuazione del nostro Essere Reale
Autentico.
Segue “Restare a galla”, un brano in cui getto uno sguardo veloce
sugli anni trascorsi fin ora, in forma di flash istantanei ed essenziali
(dalla catena di montaggio su cui lavorava mia madre ad una moto
comprata di nascosto da mio padre, dalla presunta maturità dei
40’anni alla difficoltà di pronunciare qualsiasi “per sempre”).
Segue “Capitano, capitano”, un brano doloroso per ricordare la
vicenda di Stefano Cucchi e di tutte le vittime, e ne sono tante,
dell’ingiustizia di un potere che sembra non dover dar conto a
nessuno.
Il brano più “leggero” dell’album è “Denise”, dove ho cercato, oltre a
muovere le braccia strimpellando la chitarra, anche di far muovere le
gambe attraverso un ritmo più ballerino.
L’album si chiude con “Fratello caro”, una ballata rock nata dall’idea
di Miriam Murolo e dedicata ad una persona che non c’è più.
Racconterei tante altre cose, ma ci annoieremo a vicenda per cui vi
lascio all’ascolto dei brani che spero possano offrire qualche spunto
di riflessione ed emozione. Altrimenti chiedete il rimborso all’amica
che mi regalò la produzione del primo brano.
Vi ringrazio per il tempo che mi avete dedicato e per la fiducia.
Se vi va di fare un salto sui social mi trovate digitando semplicemente
il mio nome.
Auguro a tutti noi di ricordare chi siamo per davvero.
Delio